martedì 13 maggio 2014

GEOINGEGNERIA??? NO GRAZIE! Cieli puliti e senza scie chimiche, per i nostri figli


Di Provocator (A.C.) Buongiorno e bentornati a tutti. Intanto grazie per l’interesse che state dimostrando per gli articoli tecnologici e non, presenti sulla nostra Gazzetta di Hogwords. Questo ci spinge ulteriormente a procedere con attenzione e obiettività, nella ricerca di notizie e di verità non sempre facili da scoprire e da riportare. Oggi affrontiamo un argomento veramente scottante e molto controverso. Ogni giorno, infatti, il dibattito tra i relativi sostenitori e i detrattori è sempre più acceso. Sto parlando delle famigerate Scie Chimiche o (come dicono gli anglosassoni) “Chemtrails”. Ma esattamente di che cosa si tratta? Vi rispondo ponendovi alcune domande per farvi riflettere e per farvi alzare lo sguardo verso l’alto. Avete mai guardato il cielo azzurro in una bella giornata assolata e luminosa? Avete mai notato che, spesso, iniziava ad essere solcato da aerei, anche in gran numero e con traiettorie pressochè assurde (arcuate, rotonde, con angoli strani)? Se vi è capitato, avrete certamente constatato che -dopo poco- le scie lasciate da questi velivoli, numerose, lunghe e persistenti, tracciavano enormi reticoli e anziché dissolversi, come capitava normalmente fino a pochi anni fa, si espandevano creando così dense velature complete del cielo. Insomma vi siete accorti che il cielo azzurro e pulito di un tempo, quello che durava per tutto il giorno, a parte per pochi casi sporadici, non esiste più???? Qui si annida l’enorme problema nascosto dentro un problema evidente. Il problema evidente è quello dell’inquinamento da carburanti (di cui ho già parlato in un mio precedente articolo), inquinamento che ammorba la terra, l’acqua e, tanto più, l’aria: chi si ferma, però, a questo punto o è un ottimista o è disinformato o è un illuso oppure può non essere in buona fede. Il problema enorme, infatti, subdolamente mantenuto nascosto, è che le Scie Chimiche, causa di molte delle nuvole artificiali che velano i nostri cieli, non sono quelle normali “di condensazione” dovute ai propellenti aerei in determinate condizioni di temperatura e di pressione in quota, come vogliono farci credere, bensì sono dovute a sostanze gassose miste, composte di micro- e nano-particelle metalliche, polimeri e (qualcuno conclama) anche spore e batteri, volutamente vaporizzate e sparse nell’atmosfera da aerei che non sono quelli di linea, per fini da censurare. Qui il dibattito diventa indiavolato. Fino a poco tempo fa, quando ancora non erano state fatte misurazioni e analisi di tali sostanze, ovviamente i detrattori di tali fenomeni avevano la vita facile a dire che nulla di tutto ciò era fondato: ora le prove sono state dimostrate con ricerche e analisi fisico-chimiche certe (in fondo a tale articolo trovate il link scienzamarcia.blogspot.it con le evidenze pubblicate), che hanno portato per esempio all’individuazione della presenza molto aumentata rispetto a qualche anno fa, di particelle di alluminio, bario, titanio e di altri metalli molto dannosi per il fisico umano. Oltre a ringraziare quindi tutti gli insulsi e penosi personaggi (i “debunker”) che nei vari siti e nei vari blog si inseriscono e tentano di travisare la verità, disinformando e cercando inutilmente di smontare la tesi di Scie Chimiche create ad hoc, vorrei aggiungere alcuni particolari succosi. Prima degli inizi degli anni ’90, il fenomeno (parlo espressamente dell’Italia, per quanto ricordo) non era assolutamente presente nei nostri cieli. Poi, gradualmente, la presenza di tali scie, diffondendosi nei paesi NATO (ho esperienza diretta anche sui cieli francesi e tedeschi), è andata sempre aumentando fino a raggiungere i livelli attuali di inquinamento atmosferico (vedete foto allegate, inerenti il Pinerolese, Torino e provincia). Da allora in poi qualcuno ha iniziato a notare alcune “strane righe” nella volta celeste e, come se non bastasse, anche nei cieli visibili in alcuni simpatici film e cartoni animati di una nota casa di cartoon per bimbi e ragazzi statunitense, che si era addirittura permessa di andare a modificare digitalmente alcune antiche pellicole dal cielo pulito e sclinto, inserendo artificialmente e tendenziosamente scie chimiche artificiali, create al computer. Tutto ciò a che pro??? Al fine di abituare i nostri figli alla presensa continua e invasiva, ma anche dichiaratamente normale e rassicurante delle Scie Chimiche, che invece normali e sicure NON SONO… Esattamente così come fanno i “simpatici” militari dell’aeronautica, i quali, da tempo detentori dell’informazione meteorologica sulle principali reti televisive italiane, parlano ormai di innocue velature nel cielo, laddove tali cappe nell’azzurro altro non sono che spargimento continuativo di “aerosol” artificiali, dannosi e sospetti.. Dannosi e sospetti? Certo che sì, se si pensa che: alti livelli di alluminio e bario sono presenti nelle analisi effettuate su molte persone con disagi mentali e sono collegati all’aumento di casi di Parkinson e Alzheimer e all’insorgenza di molte altre patologie in tanti paesi dove sono presenti e/o incrementate le scie chimiche… diverse denunce di amministrazioni locali sono state fatte ad enti pubblici centrali (quali l’ARPA) senza ottenerne mai riscontri risolutivi interpellanze parlamentari sono state fatte da diversi politici italiani, alcuni dei quali hanno ammesso (anche se a denti stretti) l’esistenza di tale preoccupante problema. telefonate fatte dalla redazione del sito tankerenemy.it al numero 800.253608 del N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri, per segnalare scie sospette e troppo numerose in certi cieli e in certi giorni, venivano costantemente interrotte, fatte cadere e ignorate. Volete provare a contattare direttamente il N.O.E. e vedere a questo proposito che cosa succede? Ma quali sarebbero gli scopi di tali spargimenti di gas venefici? Risposte addirittura da parte del governo tedesco/statunitense a richieste veementi da parte di persone coraggiose, parlavano di metodi o sistemi per combattere il terrorismo, di sistemi per trasmette efficacemente dati, piuttosto che di altre scuse ben poco credibili. La realtà è che queste forme di inquinamento e di “geoingegneria” (così la chiamano elegantemente adesso ma io preferisco definirlo “geoterrorismo”) sono inquadrate in accordi tra stati, come quello recente tra Italia e Stati uniti d’America, che vengono fatti sostanzialmente a nostra insaputa, che millantano fini di sperimentazione per il controllo del clima e delle reazioni di fauna/flora di fronte a incrementi di metalli nell’aria, e che invece non fanno che minarci la salute. A chi volesse una rassegna parziale ma ricca di notizie inerenti tale problema, consigliamo di connettersi a questo link, dedicando un po’ del proprio tempo, sapendo in anticipo che sarà ben speso… http://scienzamarcia.blogspot.it/2011/05/le-prove-delle-scie-chimiche-una.html E inoltre, come anticipato prima, una citazione va al notevole sito www.tankerenemy.it che instancabilmente lotta e diffonde notizie contro il fenomeno delle Scie Chimiche, tra l’altro con un modello di denuncia (anche contro le più alte cariche dello stato e contro noti personaggi addirittura della televisione, per connivenza e favoreggiamento di tali forme di inquinamento e danneggiamento della salute umana) da controfirmare ed inviare agli enti competenti per stoppare il fenomeno. Sappiate che mi appresto ad usare, compilare ed inviare anche io questo modulo. Lo stesso sito ha pure recentemente dimostrato, anche nei cieli italiani, l’esistenza di droni (“unmanned aircraft”), fatti volare in certi slot aerei per irrorare aerosol chimici. Qui di seguito riporto invece il sito che presenta il caso di un “simpatico” recente libro di testo per le Scuole superiori, che si diverte a dare connotazioni molto positive (e chissà perché??? Sappiate che questa è una domanda retorica per stigmatizzare gli interessi dei soliti pochi…) alla geoingegneria e al conseguente utilizzo di scie da spargere nel cielo….. http://www.losai.eu/a-bergamo-le-scie-chimiche-si-studiano-a-scuola/#.UJ7H22dsjsd L’azienda che pubblica questo libro di testo, per altro, è la più grande casa editrice di testi di educazione e formazione del mondo e, guarda caso, ha la direzione generale a Londra, una delle città del moderno neocolonialismo…Tra l’altro tutto il sito www.losai.eu è in generale, molto interessante per aprire il proprio cervello… L’ultima notizia che mi ha fatto rabbrividire è stata quella di una ipotetica (ma realmente avvenuta) riunione dei geoingegneri…vedete il video qui sotto. http://www.youtube.com/watch?v=MJcExbtgP7E In conclusione il tema delle scie chimiche è vasto, complesso, ma ormai sempre più diffuso e molti di noi e di voi sta comprendendo le tante bugie che ci raccontano e le molte verità che ci nascondono. Quindi occhi ben puntati nel cielo per capire, comprendere e diffondere la verità!!! Ci aggiorniamo presto!

venerdì 18 aprile 2014

IL GIOVANE PRETE

Si racconta che in una chiesetta di campagna fosse arrivato un giovane prete, talmente nervoso per la sua prima messa da non riuscire quasi a parlare. Decise quindi di chiedere all'Arcivescovo qualche consiglio per riuscire a trovare un modo per rilassarsi, e questi gli suggerì di mettere un pochino di Tequila nell'acqua della Messa. Così fece. Si sentì cosi bene che avrebbe potuto fare la predica in mezzo ad una tempesta. Però quando tornò in canonica, trovò la seguente lettera dell'Arcivescovo: <<< Caro Don Angelo, qualche appunto spicciolo: - la prossima volta, metta un po' di Tequila nell'acqua e non viceversa, e non sta bene mettere limone e sale sul bordo del calice. - La manica della tonaca non deve essere usata come tovagliolo. - Ci sono 10 comandamenti e non 12. - Ci sono 12 discepoli e non 10. - I vizi capitali non sono i peccati degli abitanti di Roma - Non ci si riferisce alla croce come quella grande T di legno - Non ci si riferisce a Gesù Cristo e i suoi discepoli come JC e la sua band. - Non ci si riferisce a Giuda come quel figlio di puttana, e sua madre e suo padre non erano rispettivamente una zoccola e un ricchione. - Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono il Vecchio, Junior e il fantasmino - La toilette dove ha orinato a metà messa in realtà era il confessionale... e non è bello bestemmiare perchè non hanno messo lo sciacquone. - L'iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani è stata è lodevole, però ballare la macarena e fare il trenino mi pare esagerato. - L'acqua santa serve per benedire e non per rinfrescarsi la nuca sudata. - Le Ostie vanno distribuite ai fedeli che si comunicano, non devono essere considerate alla stregua delle patatine come antipastini e accompagnate dal vino santo. - Quello sulla croce, anche se con la barba assomiglia a Che Guevara, non era lui ma Nostro Signore Gesù Cristo. - Cerchi di indossare le mutande, e quando ha caldo eviti di rinfrescarsi tirando su la tonaca. - I peccatori quando muoiono vanno all'inferno, non a farsi fottere - La messa deve durare 1 ora circa e non due tempi da 45 minuti, e quello che girava vestito di nero è il sagrestano, non quel cornuto dell'arbitro. - Quello che le stava seduto a fianco ero io, il suo Arcivescovo, non 22una checca in gonna rossa - La formula finale corretta è”La Messa è finita, andate in pace” e non “Che mal di testa, andate tutti fuori dai coglioni” Per il resto, mi pare andasse tutto bene>>> L'Arcivescovo

giovedì 17 aprile 2014

Lo strano caso del Dottor Chances

Cap. Sei/ La cantina-laboratorio/ State mentendo. Esclamò Kyle alzando il tono della voce in modo da sovrastare il brusio sollevato dai commenti alla notizia portata da Gilbert e Daniel. Su questi ultimi si concentrò lo sguardo attonito di tutti gli avventori del locale. Gilbert non si scompose e lanciò la sua sfida. Domani sera, alle 6 p.m., Daniel ed io dimostreremo che quanto abbiamo dichiarato corrisponde a verità. Tutti potranno vederci a quell’ora alla vecchia cava di ghiaia. Chiunque…abbia un po’ di fegato per farlo. Punzecchiò Gilbert. Kyle si sentì giustamente sfidato e gonfiandosi il petto d’orgoglio provò a replicare. Certo che verrò. Non ho alcuna paura. E porterò tanto di quel ferro che ti farà venire i calli alle mani quando ti costringerò a riportarlo tutto al suo posto. Si vedrà. Replicò Gilbert. Tra lui e Kyle non v’era inimicizia. Anzi, i due si stimavano molto. Solo, essi erano i classici due galli nello stesso pollaio. Era inevitabile che le rivelazioni di Gilbert e Daniel avessero disturbato Kyle. La scoperta dei due amici aveva una portata eccezionale e non poteva essere accolta in modo superficiale. In cuor suo, Kyle sperava che la serata dell’indomani si risolvesse in una sonora figuraccia per i due amici. Dal canto loro, Gilbert e Daniel avevano veduto le prodigiose proprietà del metallo che brucia gli altri metalli e non avevano il benché minimo dubbio che non sarebbero stati traditi. La loro dimostrazione del giorno seguente avrebbe fatto la storia del loro gruppo. Sarebbero diventati famosi, se era il loro desiderio. Erano consci, però, che la scoperta era stata fatta dal vecchio scienziato e non da loro. Nei loro pensieri d’adolescenti c’era la convinzione che parlando con il Dottor Chances sarebbero riusciti a convincerlo a rendere pubblica la sua scoperta, a beneficio dell’umanità intera. Quando i ragazzi e le ragazze si alzarono dai tavolini del loro fast food preferito, pensarono con saggezza che in qualunque modo fosse finita quella disputa occorreva riconoscere le ragioni dell’altro e ritornare ad una forma di rispetto reciproco indispensabili. Paradossalmente, pensarono un po’ tutti, sembrava che il Dottor Chances si portasse appresso una strana maledizione, quella di dividere l’opinione che gli altri avevano di lui e di scatenare reazioni irrispettose e irriguardose nei suoi riguardi. Nel giorno e nell’ora prefissata, tuttavia, i ragazzi si trovarono uniti all’appuntamento alla vecchia cava di ghiaia e cemento. Si trattava di un’area smessa che in passato era stata interprete di una fiorente attività economica. Vasta circa sette chilometri quadrati, si trovava in periferia, nella parte ovest della città. Era appartenuta a diversi imprenditori locali ma nessuno seppe salvarla dal tracollo quando arrivò la grande crisi alla fine del primo decennio del XXI secolo. Le poche risorse finanziarie rimaste, i dipendenti ridotti alla fame, un mercato che non esisteva più, avevano decretato la sua definitiva dipartita. In quei terreni, lasciati incustoditi e abbandonati, tutti i bambini ed i ragazzi d’ogni zona d’Edimburgo avevano trascorso parte della loro esistenza e vissuto le più incredibili avventure. Anche Gilbert ed il suo gruppo. Per questo motivo lui e Daniel avevano scelto di dare una dimostrazione della potenza del metallo che brucia gli altri metalli proprio in quel luogo. I loro obiettivi erano: zittire in modo definitivo l’ambizione di Kyle; farlo davanti agli altri ragazzi e a debita distanza dagli adulti; rinnovare il sostegno e l’incoraggiamento da parte del gruppo nei loro riguardi. Gilbert si presentò sul posto con un vecchio mantello, un maglione e dei pantaloni di velluto scuro. Daniel era vestito in modo più sobrio anche se il colore dell’abito non si discostava molto dal tono cupo di quello dell’amico. I ragazzi si riunirono attorno ad un tavolo di legno al cui centro era stato appoggiato il metallo che brucia gli altri metalli. Kyle arrivò con un completo mimetico che ricordava quello usato dai militari se non fosse stato un capo firmato dallo stilista Gerald Loescher. Le tasche del giubbotto erano imbottite d’attrezzi per la sopravvivenza, dalla torcia allo spago, le cartine al tornasole e la barretta di cioccolato purissimo. Appena si avvicinò abbastanza da poterlo udire Gilbert gli parlò. Adesso vedrai una meraviglia incredibile. Disse il ragazzo unendo ad un largo sorriso uno sguardo intenso e compiaciuto. Lo vedremo. Lo vedremo. Gli ribatté Kyle, imbarazzato e nervoso. Sapeva di giocarsi un’importante chance per i suoi propositi di leadership del gruppo. Evidentemente, la tranquillità e la determinazione di Gilbert lo stavano infastidendo al punto da farlo pentire della sua scelta. Ma ormai era in ballo e sarebbe andato sino in fondo. A qualunque costo. Daniel vuoi prendere del metallo? Per favore… Chiese Gilbert in tono rispettoso. Daniel abbozzò un sorriso e assottigliò lo sguardo. Si voltò, fece alcuni passi e si chinò a raccogliere una sbarra di metallo pieno lunga cinquanta centimetri spessa dodici e alta sette. Dimmi quando vuoi incominciare… Esclamò Daniel. Gilbert si limitò a fare un cenno col capo. Daniel appoggiò la sbarra sul metallo che brucia gli altri metalli. Una frazione di secondo dopo i ragazzi assistettero ad una scena che non avevano mai visto, di cui non avevano mai sentito parlare e che ben difficilmente sarebbero riusciti a dimenticare. La sbarra diventò rossa, poi incandescente e sparì in una nuvola di fumo. I ragazzi osservarono stupefatti. La piccola Audrey si diede un pizzicotto credendo di stare ancora dormendo. Lorelay strabuzzò gli occhi più e più volte. A Hildegarde mancò il fiato. Alice sembrò quasi svenire. Ma il più colpito fu senz’altro Kyle. Ancora una volta, Gilbert era riuscito a tenere ben salda nelle sue mani la leadership del gruppo. Nonostante fosse stato sconfitto, Kyle si congratulò con il suo avversario. Era un atteggiamento tipicamente scozzese. Una forma di rispetto che pochi popoli riescono ad avere. Il gesto di Kyle fu apprezzato e Gilbert sapeva che ciò non precludeva rivendicazioni future, solo…oggi era la sua giornata e intendeva godersela appieno. Ma che cos’è? Domandò la piccola Audrey ancora scioccata. C’era una piccola targhetta, lì vicino…provò a spiegare Daniel. Siete tornati in quel laboratorio? Chiese Lorelay quasi infastidita da tanto disprezzo per le più elementari norme sulla proprietà e la privacy. Certamente. Rispose Gilbert. E vi torneremo. Aggiunse dopo una piccola pausa. E questa volta verrete anche voi. Ordinò con tono perentorio. Gilbert sapeva che il suo ascendente in seno al gruppo stava aumentando e decise che era giunta l’ora di approfittarne e perciò non si preoccupò delle possibili reazioni a quella affermazione. Il gruppo d’adolescenti lo fissò dritto negli occhi. Lui si limitò a spiegare i suoi propositi con serenità e dovizia di particolari. Il metallo, perché di questo si tratta, è d’origine aliena. Questo c’era scritto sulla targhetta. Il nome che il Dottor Chances o chi per lui gli ha dato a questo oggetto è METALLO CHE BRUCIA GLI ALTRI METALLI. Nel laboratorio Daniel ed io abbiamo trovato anche altri oggetti stranissimi. Potrebbe essere in corso un esperimento pericoloso per tutti noi. Possiamo investigare. Fu la conclusione di Gilbert. E se avvertissimo semplicemente i nostri genitori? Chiese Alice. La risposta alla sua domanda fu tutta negli sguardi dei suoi compagni. Anche se per ragioni differenti, i ragazzi non apprezzavano l’idea di coinvolgere nella questione i propri genitori. Io verrò con te. Esclamò Kyle e la cosa fu così strabiliante da convincere anche i più restii e timorosi a lanciarsi in quell’iniziativa non certo priva di rischi. Gilbert strinse la mano al suo avversario ed insieme si avviarono verso casa, seguiti poco dopo da tutti gli altri. Qualcuno era ancora incredulo. Daniel si attardò a ricuperare il metallo che brucia gli altri metalli. Alice che nutriva una sana infatuazione per lui seppur ancora non rivelata, l’attese e lo accompagnò fino al ricongiungimento col resto del gruppo. Gilbert spiegò a Kyle le sue intenzioni ed il piano per mettere nel sacco il Dottor Chances o chiunque si stesse spacciando per lui. Arrivati nel quartiere il gruppo si sciolse e tutti i ragazzi andarono a dormire. Daniel fu l’ultimo. Prese la mano d’Alice e tirò la ragazza verso di sé. Le diede un bacio ed attese di vedere la suo reazione. Alice ricambiò le attenzioni e gli cinse i fianchi con le braccia. Lo guardò negli occhi e il suo sorriso era lo specchio della sua anima. Questo significa che adesso stiamo insieme? Chiese Daniel raggiante. Direi proprio di si. Fu la sospirata risposta d’Alice. E si voltò, avviandosi felicemente verso casa. Daniel era al settimo cielo. La sua gioia era incontenibile. Tornato a casa tardò parecchio a prender sonno. Dimenticò persino di giocare con la playstation, come amava fare ogni sera prima di coricarsi. Aveva ben altro per la testa. L’indomani, ragazzi e ragazze si incontrarono dopo la scuola come avevano programmato. Gilbert e Kyle arrivarono insieme e il primo aveva il braccio attorno alle spalle del secondo mentre gli parlava. Questo gesto fu subito notato dal resto del gruppo e un sorriso si dipinse sul volto di tutti. Tranne quello di Daniel. Lui stava sorridendo per ben altri motivi. Anche Alice, seppur cercasse di mantenere un comportamento moderato, lasciava trasparire che era felice per quanto era accaduto la sera prima. Allora, ragazzi. Esordì Gilbert. Questo è il piano. Kyle e io non abbiamo chiuso occhio tutta la notte per metterlo a punto. Daniel, da sempre, era il miglior amico di Gilbert ma non si scompose nemmeno per un secondo quando venne a conoscenza del fatto che lui si era rivolto ad un suo “avversario” per elaborare un piano d’azione e non a lui. Non al suo miglior amico. Daniel aveva altro per la testa, in quel momento, anche se la sua fedeltà a Gilbert appariva in ogni modo incrollabile. Si. Gli animali di casa Chances non sono un problema. Disse Kyle. Evidentemente, il ragazzo aveva imparato quel vecchio motto che diceva: se non li puoi battere unisciti a loro. Potrebbero essercene con le serrature. Dopo le nostre intrusioni dei giorni scorsi abbiamo notato dei fabbri in casa Chances. La sensazione che il padrone di casa si sia accorto delle effrazioni ci è stata confermata da Terence Gilliam, il figlio del miglior fabbro d’Edimburgo. Per questo motivo, Kyle si è offerto di contattare Arthur Clarke. I ragazzi, udite queste parole, sussultarono. Il giovane Arthur era uno scavezzacollo di cui si diceva un gran bene ma che nonostante tutto non era molto gradito alla maggior parte della gente. Il suo carattere schivo e refrattario ad ogni forma di rapporto interpersonale faceva sì che il ragazzo fosse estraniato dai vari gruppi giovanili. Tuttavia, e questa era riconosciuta da tutti come una dote particolarmente gradita in quel momento, era in grado di scassinare qualunque meccanismo. Suo padre aveva lavorato in fabbriche di serrature per decenni. E come spesso accade in questi casi, il lavoro del genitore finì col diventare un occasione d’apprendimento per il figlio. E soprattutto di gioco. Dobbiamo però esser certi che il Dottore non sia in casa. Se sta pensando d’essere vittima di una banda di ladri chissà cosa potrebbe avere architettato. Potremmo trovarcelo di fronte con una spingarda...e non sarebbe piacevole. Concluse. Lorelay fece una smorfia di disapprovazione. La piccola Audrey si mostrò pensierosa. Hildegarde decise di togliersi alcuni dubbi. Per far ciò dovremo dividerci? O avete un piano anche per questo? Chiese con determinazione. Dovremo dividerci. Innanzi tutto, occorrerà spiare Casa Chances per almeno una settimana, imparare le abitudini del Dottore, sperando ve ne siano. Poi, una volta scelto il momento in cui agire ci divideremo. La maggior parte di noi dentro e due fuori, uno per ogni ingresso. Ma allora, due di noi non vedranno nulla dell’interno della Casa? Incalzò Lorelay. Abbiamo pensato di fare dei turni e dei cambi ogni mezz’ora. La parete ad Est e quella ad Ovest vanno perlustrate con attenzione. Non possiamo permetterci alcun errore. Se i nostri genitori venissero a sapere che ci siamo introdotti furtivamente nella casa di uno sconosciuto sarebbe un disastro. A scuola, poi, saremmo additati come ladri e nessuno vorrà più neanche rivolgerci la parola. Tuttavia, il pericolo che sta correndo la comunità è grave e non possiamo tirarci indietro. Il fatto che Daniel abbia trovato il metallo che brucia gli altri metalli indica che siamo stati scelti dal destino per proteggere la nostra città ed i suoi abitanti. Spiegò Gilbert gonfio in petto per l’orgoglio. Nessuno ebbe da obiettare ed i ragazzi si dedicarono all’impresa anima e corpo. Quella settimana fu una tra le più intense mai vissute dal gruppo. Ognuno assolse i propri compiti e raccogliere dati sul Dottore avrebbe dovuto essere più facile del previsto. Un solo particolare scombussolò i piani dei ragazzi: Chances non si vide. Nemmeno una volta. Sembrava si fosse barricato in casa e non uscisse a nessuna ora del giorno e della notte. Neanche per acquistare cibarie. Nessuno si avvicinò alla Casa. Era impossibile. Daniel sosteneva che l’anziano Dottore d’origine austriaca non aveva grandi disponibilità di viveri nella dispensa e come sapeva anche Gilbert nella cantina laboratorio non vi era spazio che per i suoi esperimenti. Dunque, come riusciva a sostentarsi? Gilbert cominciò ad avere dei sospetti e li esternò al resto del gruppo. Deve esserci un passaggio segreto. Disse. Stai sostenendo che esce tranquillamente sotto il nostro naso sfruttando una qualche galleria sotterranea? Domandò Kyle. Già, proprio così. Rispose Gilbert. E dunque, che cosa proponi di fare? Chiese Alice. Penetrare ugualmente in casa Chances. Rispose Gilbert senza alcuna reticenza. L’entusiasmo iniziale del gruppo si trasformò. L’idea di violare la privacy, la proprietà privata, di rischiare l’arresto o una tragedia, non era facilmente condivisibile da tutti. Tuttavia, la determinazione di Gilbert e la contemporanea comunione d’intenti con il rivale Kyle Richmond contribuirono a smussare i contrasti e ad impedire che i ragazzi del gruppo scegliessero di abbandonare l’impresa. La decisione di entrare in Casa Chances fu presa all’unanimità, nonostante qualche piccolo mugugno. Giovedì sera, 31 luglio 2010, alle tre di notte, il gruppo al completo sarebbe penetrato nell’abitazione del Dottore per scoprire i segreti nascosti nel suo laboratorio. I giovani del gruppo concordarono un appuntamento dietro la grande “sequoia”. In realtà non si trattava di un albero. Nella zona sud est della città c’è un lampione alto una quindicina di metri e dal diametro dieci volte inferiore. I ragazzi lo consideravano il loro centro d’incontro preferito. Di notte forniva loro sufficiente luce. Di giorno era un ottimo punto di riferimento per tutti. Gilbert e gli altri non erano i soli frequentatori della “sequoia” ma, data l’ora scelta per l’incontro, nessuno dubitava che una volta tanto sarebbero stati lontani da occhi ed orecchie indiscrete. All’ora stabilita tutti i ragazzi si presentarono all'appuntamento, nessuno escluso. Avevano ancora gli occhi semisocchiusi e sbadigliavano copiosamente. L’ora del mattino scelta per l’impresa, se da un lato garantiva una discreta forma d’anonimato, dall’altro aveva degli ovvi effetti collaterali. Nonostante tutto, i ragazzi, in rigorosa fila indiana (eccezion fatta per Gilbert e Daniel, con al proprio fianco rispettivamente Kyle e Alice) si avviarono verso Casa Chances. Ma non si poteva scegliere un’ora meno tarda? Chiese Audrey tra uno sbadiglio e l’altro. Ssshht…se proprio dobbiamo parlare facciamolo sotto voce. Casa Chances è proprio dietro l’angolo. Disse Gilbert. Prestiamo attenzione tutti. Cerchiamo di non correre inutili pericoli. Suggerì Daniel. E’ vero. Non abbassiamo la guardia. Il Dottore potrebbe essere lì che ci aspetta al varco. Rimarcò Alice. State zitti, siamo arrivati. Ammonì Gilbert. Kyle annuì. Il gruppo si compattò. Arthur andò avanti per primo e si diresse verso la porta sul retro. Con trepidazione, il resto del gruppo stette a guardarlo a debita distanza. Aperta la porta, entrò nella casa. I ragazzi, uno dietro l’altro, attraversarono la strada e lo seguirono, penetrando nella villa. Gilbert e Daniel, che avevano portato una torcia elettrica, avanzarono illuminando il percorso tra le varie stanze. Avevano raggiunto, ormai, una certa dimestichezza nel muoversi all’interno di Casa Chances, tuttavia procedettero esitanti, con molta cautela. Il buon senso diceva loro che il padrone di casa doveva attendersi un’effrazione ed aveva sicuramente preso le opportune contromisure. In rigoroso silenzio, con passo felpato ed accorto, i ragazzi giunsero fino alla porta della cantina. La aprirono e scesero per la ripida scala che conduceva al laboratorio. Si riunirono tutti vicino alla targa relativa al metallo che brucia gli altri metalli. Hai visto che non ti stavo mentendo? Chiese Gilbert con un sottile filo di voce. Kyle lesse l’iscrizione. Anche Lorelay e gli altri, eccezion fatta per Daniel, si avvicinarono per leggerla. Una decina di secondi più tardi, tutti convennero che Gilbert aveva perfettamente ragione. Il laboratorio apparve a tutti come il più bizzarro e alieno luogo sul quale i loro occhi avessero posato lo sguardo. Aveva un fascino sinistro e proprio per questo eccitava ed inquietava i ragazzi. E’ folle. Totalmente irragionevole. Esclamò Lorelay. Chissà com’è giunta fino a qui. Cioè, se è di provenienza aliena verrà dallo spazio. Chissà qual è il suo pianeta d’origine…si domandò la piccola Audrey. Hildegarde, che era rimasta alla porta per fare da palo, invitò gli amici a proseguire nelle ricerche per scongiurare il pericolo che potessero essere tutti scoperti. Se qualcuno si accorge che siamo qui finiremo per fare la fine dei topi. Questa cantina-laboratorio è un’autentica trappola. Rimarcò. Guardate! Esclamò Daniel mentre si trovava in piedi davanti alla cabina di vetro. Si sta illuminando. Il quadro dei comandi che si trovava all’interno della struttura cominciò ad emanare dei bagliori rosso bluastri. L’attenzione dei ragazzi si calamitò verso il centro della cabina. In quella direzione si poteva ammirare uno scintillio continuo, come se una miriade di piccoli fuochi bruciasse nell’aria. Gilbert, invece, notò un manufatto che gli ricordava il cubo di Rubik posto alla destra della consolle di comando. Avete messo in funzione qualche meccanismo? Chiese Hildegarde seccata, badando di non alzare troppo il tono della voce, modulata in modo tale da essere però udita da tutti. Non appena finì di formulare la domanda cadde rovinosamente sugli scalini. I ragazzi puntarono la luce delle torce in quella direzione ed illuminarono la fanciulla. Lei, per nulla ferita dalla caduta, si rialzò immediatamente e guardò in alto per vedere cosa fosse accaduto. I suoi compagni le si avvicinarono per sincerarsi delle sue condizioni. Stai bene? Chiese Gilbert. Cosa ti è accaduto? Domandò Kyle, il quale non aveva mai nascosto un’attenzione particolare verso di lei ed a maggior ragione, questo fatto lo stava inquietando. Hildegarde, non fiatò. Si limitò a fissare in alto, il punto da cui era cascata. Quando anche tutti gli altri compagni fecero altrettanto ne compresero il motivo. La porta della cantina-laboratorio era aperta ed un raggio di luce sinistra illuminava una porzione del locale. Ai ragazzi si raggelò il sangue. Nessuno entrò nel laboratorio. Fu Daniel il primo a salire le scale con grande timore da parte d’Alice. Se gli fosse successo qualcosa, pensava la ragazza, non se lo sarebbe mai perdonato. La paura, tuttavia, le ottenebrava la mente impedendole di pensare e legava i suoi arti con resistenti ed invisibili catene. Daniel arrivò in cima e vide solo i raggi della luna piena. Nessuna persona si trovava sullo stipite. Fece un cenno agli altri e anche Gilbert e Kyle risalirono la stretta scala di mattoni che conduceva al piano superiore. Arthur, invece, rimase nel laboratorio. Una volta raggiunto Daniel il trio che si era formato si divise nella perlustrazione delle varie stanze della casa per vedere se qualcuno stava avvertendo la polizia o preparando chissà quale orrendo tranello. La casa, eccezion fatta per loro e gli animali da laboratorio, non ospitava anima via. Nel frattempo, Hildegarde incalzata dalle domande delle amiche, cominciò a raccontare le sue sensazioni su quello strano incidente.

venerdì 4 aprile 2014

I NOMI PIU’ BUFFI PRESENTI SULL’ELENCO TELEFONICO

Genere personaggi: Peter PAN James BONDI Kevin COSTA John PREDA Natale MOTTA Licia PERSONA Bianca NEVE POZZOBON Razdegan Dante ALIGHIERI Virna LIXI Peter PANI Sandokan PORCU LAUNO Bianca Genere comics: DANIELE Killer Felice MASTRONZO (ha cambiato cognome in Mastranzo) FORESTA Selvaggia PORTA Pio SCHEDA Bianca CAMISA Bianca CASETTA Bianca SALA Bianca FARINA Bianca FARINA Fina PIZZA Margherita MELA Marzia Vera PAGNOTTA BEVILACQUA Chiara DAL CALDO Alfredo COSTA Smeralda Petra SASSO PIRLA Abbondanza NANO Felice RUSSO Felice ACETO Genuino LASAGNA Emiliana Gustavo LA PASTA Diamante SERIO PAGELLA Scolastica Franco FORTE FOGLIO Rosa BALOCCO Felice Santa IENA Grazia STRAZIO FIOCCO Rosa CHIAPPA Rosa Giuseppe (Pino) SILVESTRE Amabile CUSCINO CANDELA Aladino CARA Maria Bambina Santa PAZIENZA Bella PARLAPIANO LA FATA Rosa LICENZIATO Assunto MANNO Assunta Italia Libera REDENTA DEL MONTE Bianco MONTE Rosa DELL'ORTO Fiorito CARRETTO Agricolo CAMPO Fiorito Fiore SECCO ABETE Pino PISCIA Chiara PISCIA Tranquilla PISCIA Antonia (detta Tina) ODORE Celestino Eros PELOSO Bambina GOBBA STRANO Concetto Massimo INGEGNO SARAI Primo SARAI Felice ERI Fortunato CORNA Fedele CAMERA Daria TROMBA Daria Massimo VOLTAGGIO Guido PIANO Guido DI RADO Guido COLLAUTO Guido LA BARCA Remo LA BARCA Remo FELICE ADESSO Ribalta RULLO Mariagiovanna Genere "che giorno è?": Sabato GIOCONDO Pacifico SETTEMBRE (marito di Miriana Trevisan) Domenica D'AGOSTO Pasqua DI SABATO FESTA Natale BIANCO Natale SANTO Natale ANTIVIGILIA Natale Natale DICEMBRINO Primavera MALINVERNI Domenica DI SABATO Settembrino NEBBIOSO Sabato MALINCONICO Genere 1+1: Leon CINO (partecipa a "Amici di Maria De Filippi") POLI Ester CHECCA Catone MORI Remo MAIA Lino PANNO Lino CRETI Nino SACCO Dorina Inde LICATO SPECIALE SASSO Lino MARA' Nello COCCI Nella COCCO Lino BIGO Lino PEPE Rina PEPE Rosa COMO Dina CIRI Nunzio Nella NEBBIA Perla PACE LAMPA Dina LAMPA Dario SCHIACCIA Tina ROSSO Lia VACCA Carla VACCA Carlo Vasco RESANDO OLLANO Rosa Luca GAVA Genere Hard: RICHIONE Felice CULETTO Candido CULETTO Rosa PASSERA Bianca Bella TETTA TROMBO Felice SCOPA Tina Primo CALORE Massimo SESSO Gustavo LA PASSERA Gustavo DANDOLO Gustavo BOCCHINI Candido AMORE PORCELLI Lino CAPEZZOLI Rosa FICUZZA Rosa BOCCHI Nara Maria CONSIGLIA POMPA MONA Modesta Santi FINOCCHI POMPI Nello POMPA Angelica POMPA Addolorata POMPA Immacolata BOCCHINO Fortunato BOCCHINO Soccorso Felice DELLA SEGA USALA Benedetta Daniela VACCA Bonaria VACCA Felice TUCCI LA FICA Candida Vera PORCA Vera TROIA Vera VACCA Vera PORCELLA TROIA Felice ZOCCOLA Felice LIMONTA Felice Massimo SESSO SESSO Generoso SESSO Virginio SESSO Felice CHIAVONE Espedito CHIAVONE Donato PAPPONE Felice Modesto MAIALE UCCELLO Santo FINOCCHIO Felice LOCASTRO Fortunato Benedetta TOPA GODI Maria Pia Benedetta CAPPELLA Carmela LA VACCA COSTA CHIAPPA Chiara CHIAPPA Bruna Renza DAL CUL Lorenza POMPINI NANI Rosanna POMPINI NANI Fatma Mafalda BOCCHIN BOLOGNESE Carmelina VACCA STABILE Antonietta UCCELLO VISPO Bernardina DELLE DONNE ZOCCOLA ROIONE Giancarla CAZZIN MOZZATO Laura Flora DELLA PUTTA SEGA Jean-Claude CHECCA Genere animals: GATTO Silvestro LUPO Alberto GALLINA Marta BARBA Gianni CERNIA Marina STELLA Marina COZZA Marina PESCE Marino PESCE Alice Delfina PESCE VOLPE Vera CONIGLIO Rosa CAVALLO Donato CAVALLO Marino GALLO Afflitto PORCO Felice ORSO Bruno Dolcissima SALAMANDRA VACCA Vittoria Colomba DELLA PASQUA GATTO Gastone TROTTA Tranquillo MERLO Libero LEONE Marino AMMAZZALORSO Bruno Genere religioso: Perla MADONNA MADONNA Benedetta Salvatore DI GESU' SANGIOVANNI Battista Benedetto CRISTO L'ABBATE Santo PROFETA Elia BENEDETTO Crocifisso BENEDETTO Angelo Benedetto DALLA CHIESA MADDIO Santo Crocifisso DIDDIO Catena DIDDIO Santo PARADISO LAZZARO Tranquillo Isacco DI DIO Angelo DI DIO Salvatore DI DIO Colomba DI DIO Maria DI DIO Angelo DEL SIGNORE PACE Divina SANT Antonio PAPA Giovanni (ne esistono 23) DELL'ANGELO Custode ALLEGRO Rosario Genere Happy!: MALINCONICO Addolorata MALINCONICO Dolores Pietra DELLA MORTE COLICA Annunziata Vera SCIAGURA Crocifissa IN CROCE Crocefissa SENZAPELLE TOMBA Oscura DELLA MORTE Crocefissa LA MORTE Incoronata DEL CAMPO Santo CAMPO Santo Genere fantasia: Luca LUCHI GUSTO Gustavo Tommaso TOMMASETTI Marco MARCHETTO Giuliano GIULIANI Filippo FILIPPESCHI Felice DI FELICE Tullia DE TULLIO Pasqualina DI PASQUALE Marco DE MARCO Genere coppie: Sig.ra PASSERA in BEGA Sig.ra VACCA in CALORE Sig.ra CALDA in PASSERA Sig.ra LA PORTA in SALVO Sig.ra COTTO in FORNO Sig.ra TORTA in PIATTI MELALAVO Domenica in PIAZZA ALGERI Liberata in FRANCIA Luciana FEROCE in BATTAGLIA Rita PESCE in APRILE CARUSO CANTANDO Aida Segnalazioni particolari: - I fratelli Trinità e Yankee (il padre era appassionato di film western) - I fratelli Rivo, Luzio, Nario - I fratelli Athos, Porthos, Kociss ed Eros - Un bimbo battezzato nel 2002 col nome Varenne - Un bimbo sardo di nome Piovi, nome scelto dal calendario nel giorno di San Pio VI. - Un ragazzo di nome Pafispi: tratto da PAdre, FIglio e SPIrito santo. (fonte www.nomix.it)

giovedì 20 marzo 2014

Il più grande evasore fiscale italiano

Il nostro Paese conta, ogni anno, manovra finanziaria dopo manovra finanziaria, Governo dopo Governo, di arrestare, limitare o azzerare l'evasione fiscale. Diverse sono le correnti di pensiero legate al modo grazie al quale stroncare questa piaga che, se non proprio solo italiana, è certamente molto sviluppata entro i nostri confini. C'è chi, ad esempio, vorrebbe eliminare il contante o comunque limitarne la diffusione per rendere tracciabile ogni pagamento e quindi, di fatto, eliminare il problema. In teoria. Infatti, la domanda da porsi principalmente per dar vita ad un miglior contrasto a questa pratica illecita è "chi è il più grande evasore fiscale italiano"? La risposta a questa domanda è tanto semplice quanto terribile: la Mafia. Gli interessi economici della criminalità organizzata sono ramificati e consolidati nella società, nella politica e nell'economia e spaziano dalla filiera alimentare al turismo, dai servizi alle imprese a quelli alla persona, agli appalti, dalle forniture pubbliche al settore immobiliare e finanziario. Il rapporto annuale di Sos Impresa (2012) sostiene che i ricavi complessivi ammonterebbero a 138 miliardi di euro. Teoricamente, se si ponesse fine a questo sistema criminale l'Italia potrebbe permettersi il lusso di dimenticarsi di ripianare il debito per almeno 5 anni. Il sistema Mafia incide per il 7% del pil nazionale. Le organizzazioni criminali commettono quasi un reato al minuto nel commercio, 1300 al giorno, 50 all'ora. Gli imprenditori vittime sono almeno un milione, pari a un quinto degli attivi. Persino il mercato ittico rappresenta un problema. Dati della Fao mostrano che il 75% del pesce che giunge sul mercato mondiale è pescato di frodo e che le bande criminali che si occupano di questo traffico sono legate alla malavita organizzata russa, cinese e giapponese, non solo italiana. Se ne deduce che affermare seriamente di voler contrastare l'evasione fiscale e contemporaneamente depotenziare l'attività antimafia è una contraddizione in termini. Una presa per i fondelli, insomma...

mercoledì 12 marzo 2014

Svuota-che?

Esiste un comune del torinese che ogni anno inserisce in bilancio il corrispettivo che pagherà per rifare i lavori di un guado su di un torrente. La cosa va avanti da talmente tanti anni che in molti si sono chiesti se non conveniva costruire direttamente un ponte in quel tratto. Si sarebbe certamente risparmiato un sacco di soldi. Tuttavia, mentre ripristinare un guado è compito esclusivo di un’amministrazione comunale, la costruzione di un ponte prevede capitoli di spesa e competenze che si allargano quanto le rive di quel torrente nelle mezze stagioni. Bene, la situazione che genera un decreto “svuota-carceri” all’anno assomiglia molto a quella di quel povero rigagnolo del torinese. Le istituzioni europee verificano il livello di civiltà e di democrazia di ogni Stato membro e sanzionano tutti coloro che si macchiano di incuria o di arretratezza. Ogni dodici mesi circa, con la mannaia sventagliata dall’UE al nostro portafogli, il Governo e il Guarda sigilli si inventano un salvacondotto per un certo numero di detenuti per fronteggiare questa evenienza. Il punto di partenza, dunque, è economico. Il decreto nasce per evitare di spendere soldi. Anche il problema del sovraffollamento carcerario scaturisce per un problema economico. Per risolverlo o si riducono i malviventi o si aumentano le carceri o si trovano nuovi sistemi alternativi alla detenzione. Come per il guado già descritto, la soluzione più semplice (ma più costosa per la società ) è quella di ridurre (temporaneamente) le pene per certi reati o, al limite, la depenalizzazione dei reati "veramente" minori . A questo punto, se proprio si sceglie questa soluzione, la logica vorrebbe che vengano esclusi i reati universalmente riconosciuti come più gravi e cioè quelli legati alla malavita organizzata e quelli contro lo Stato. Ogni anno, decreto dopo decreto, Ministro dopo Ministro, regolare come una cartella delle tasse, arriva la soluzione al problema del sovraffollamento carcerario. Forse, avrà un esito positivo sul portafogli del Tesoro. Forse, verranno rimandati a casa mafiosi e corrotti. Certamente si troverà il modo di rimettere in discussione tutto quanto l'anno seguente. Un fatto è curioso. Nel nostro Paese, l’Italia, in cui si vive nell’incertezza della pena una certezza granitica c’è: il decreto svuota-carceri. Prima o poi, ne arriva uno.