domenica 8 novembre 2009

Quando l'ASL diventa la Santa Inquisizione


Quando l'ASL diventa la Santa Inquisizione
HACCP. Si tratta di un acronimo inglese che indica l’Hazard Analisys Critical Control Points, ovvero l’Analisi dei Pericoli e dei Punti Critici di Controllo. L’utilizzo di questo sistema, elaborato dalla Pillsbury nel 1973 per garantire la sicurezza degli alimenti per gli astronauti della NASA, si è diffuso in tutto il mondo come metodo riconosciuto ed accettato a livello internazionale, divenuto esecutivo anche nel nostro Paese dal momento in cui esso ha recepito una normativa europea e si è adeguata a questa serie di criteri. Ciò che favorisce la crescita di una civiltà è sempre da considerarsi positivo. Tuttavia, data l’arbitrarietà con cui si può interpretare tale strumento i somministratori ed i rivenditori di alimenti e bevande sono stati dati in pasto a tutta una serie di figure professionali di cui forse non se ne avvertiva affatto l’esigenza. I cosiddetti consulenti sanitari che seguono le ditte di i recente formazione e le stesse ASL stanno operando in nome di una legge nata con il nobile scopo di documentare ogni fase di lavorazione e di responsabilizzare ogni operatore per ogni singola operazione del processo produttivo. In questo modo la sicurezza di un prodotto alimentare, dal punto di vista igienico, viene notevolmente incrementata. Questo perché cresce la paura di sbagliare. Le multe sono salate quasi quanto quelle dovute per reati di tipo fiscale. In conclusione, però, tale normativa è vaga e non pone degli standard precisi da rispettare. Facciamo un esempio: se un parametro di lavorazione e vendita del pane fosse quello di non utilizzare il legno, tutti i panettieri e rivenditori dovrebbero sostituire i vecchi tavoli da lavoro e gli scaffali di vendita. Invece, grazie all’opera di persuasione dei cosiddetti consulenti sanitari e degli operatori della ASL a correre questo serio rischio sono solamente le attività di nuova formazione. Come a dire, paghino gli ultimi per tutti. Quando si intende aprire un’attività in campo alimentare è bene sapere che l’80, 90% del costo di start-up sarà costituito da spese relative a messa a norma dei locali (cosa che in buona parte deve essere fatta dagli affittuari ma che quasi mai avviene nella realtà). Chi paga tutto ciò? Il neo imprenditore, ovviamente, e i suoi clienti. Un applauso all’Europa, al sig. Pilsener, alla NASA e a tutti gli sfortunati imprenditori del settore. Dopotutto, il primo, vero, grande pericolo che si determina con l’applicazione dei criteri HACCP non è la contaminazione degli alimenti ma l’ASL.

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