martedì 31 marzo 2009



Un concetto liberista caro a chi ipotizza un mercato perfetto é quello in cui si afferma che "non c'è competizione all'esterno se non c'è meritocrazia all'interno". Il suo significato è assai semplice. Se si desidera immettere sul mercato un prodotto innovativo e competitivo occorre essere meritocratici nella organizzazione del personale della propria azienda. Bisogna entrare nell'ordine di idee che mettere la persona giusta al posto giusto giova al prodotto finale ed al suo commercio. Non occorre essere dei geni per capire che chiunque sia "raccomandato" ed ottenga un lavoro senza avere la giusta competenza concorre insieme ai propri colleghi alla realizzazione e commercializzazione di un prodotto che risente di questo vizio sostanziale. L'invito, il monito, che ci lascia l'attuale crisi mondiale è proprio quello di ricominciare a premiare le capacità a scapito delle furberie. Non solo, ci insegna anche di più. Se una azienda, usando la sua influenza in modo più o meno lecito, decide di assoggettare il mercato spogliandolo delle sue regole fondamentali non potrà svolgere la sua più grande funzione: quella di soddisfare i bisogni del cliente con prodotti all'altezza delle sue aspettative traendo da questa azione un profitto. Ma forse ci siamo convinti che l'unico scopo di un'impresa sia quello di ricavare un utile. Secondo questa logica dovremmo chiederci, allora: perché formulare delle leggi per limitare l'azione delle imprese o per sanarne gli abusi? In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui una crisi senza confini continentali sta abbattendo la produzione ed il commercio, queste imprese dovrebbero dunque cessare di esistere perché non sono in grado di creare un utile. Se, viceversa, si decide di invertire la rotta ritornando a considerare il cliente al centro di ogni processo economico e l'individuo nel cuore delle leggi di ogni Stato, allora il mercato tornerà a rispondere alle sollecitazioni degli operatori (quelle vere e non quelle auspicate in tv). Ognuno venga messo al proprio posto per giocarsi la partita della vita. In questo caso vincerà il migliore e il suo successo sarà il successo di tutti.

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